lunedì 28 giugno 2010

Com'è difficile (per me) tradurre una poesia di Louis Aragon

Tradurre poesie dal francese all'italiano e viceversa, rischia sempre di rivelarsi una fatica improba, quanto inutile. Penso a Baudelaire e per quante traduzioni delle sue magnifiche Fleurs du Mal abbia letto, non ve n'è alcuna che (mi) soddisfi. 
Il traduttore c'entra poco o niente, Baudelaire non è traducibile come vorremmo. Lo stesso dicasi per Leopardi: quello che ritrovo francesizzato è orripilante, davvero. Un poeta minore, si direbbe. 
Il fatto è che le nostre lingue (ognuna definisce l'altra, vicendevolmente, transalpina) si assomigliano nei significati  quanto differiscono nelle sonorità.
Il risultato fedele è come stonato (cosa che non accade tra italiano e spagnolo, ove la musicalità delle due lingue è sempre salva). 
Sì, stonato. Ne vien fuori un compitino, la poesiola di un ragazzino delle medie. Nemmeno a tentar di mettere la cosa in rima (come è la lirica nella versione originale). Macché, non serve.
E per quanto mi riguarda, stavolta non posso proprio farci niente. 


Eccone un esempio, la poesia di Louis Aragon, Il n'y a pas d'amour heureux (1943), messa in musica* (e perciò celeberrima) da Georges Brassens, cantata da Léo Ferré e poi da Barbara, Françoise Hardy e tanti altri.

Versione originale
Rien n'est jamais acquis à l'homme Ni sa force
Ni sa faiblesse ni son coeur Et quand il croit
Ouvrir ses bras son ombre est celle d'une croix
Et quand il croit serrer son bonheur il le broie
Sa vie est un étrange et douloureux divorce
          Il n'y a pas d'amour heureux
Sa vie Elle ressemble à ces soldats sans armes
Qu'on avait habillés pour un autre destin
A quoi peut leur servir de se lever matin
Eux qu'on retrouve au soir désoeuvrés incertains
Dites ces mots Ma vie Et retenez vos larmes
          Il n'y a pas d'amour heureux
Mon bel amour mon cher amour ma déchirure
Je te porte dans moi comme un oiseau blessé
Et ceux-là sans savoir nous regardent passer
Répétant après moi les mots que j'ai tressés
Et qui pour tes grands yeux tout aussitôt moururent
          Il n'y a pas d'amour heureux
Le temps d'apprendre à vivre il est déjà trop tard
Que pleurent dans la nuit nos coeurs à l'unisson
Ce qu'il faut de malheur pour la moindre chanson
Ce qu'il faut de regrets pour payer un frisson
Ce qu'il faut de sanglots pour un air de guitare
          Il n'y a pas d'amour heureux
Il n'y a pas d'amour qui ne soit à douleur
Il n'y a pas d'amour dont on ne soit meurtri
Il n'y a pas d'amour dont on ne soit flétri
Et pas plus que de toi l'amour de la patrie
Il n'y a pas d'amour qui ne vive de pleurs
          Il n'y a pas d'amour heureux
          Mais c'est notre amour à tous les deux
Louis Aragon (La Diane Francaise, Seghers 1944)


Mia versione

Nulla è mai acquisito per l'uomo Né forza
né debolezza e neppure il suo cuore Quando crede
di aprire le braccia, l'ombra si profila di una croce
E quando crede di avere in pugno la felicità, la tritura
La sua vita è uno strano e doloroso divorzio
non c'è felice amor
La sua vita assomiglia a quei soldati senz'armi
per altro destino bardati
a cosa mai può loro servir di alzarzi presto al mattino
se poi li ritroviamo a sera sfaccendati indecisi
dite queste parole la vita mia e trattenete le lacrime 
non c'è felice amor
Mio bell'amore mio caro amore mia piaga
Ti porto dentro di me come un uccello ferito
E quelli senza sapere ci guardano passare
ripetendo dietro di me le parole che intrecciai
e che per i tuoi occhioni subito morirono 
non c'è felice amor
Il tempo di imparare a vivere ed è  troppo tardi
che già piangono nella notte i nostri cuori all'unisono
quanta infelicità per una canzonetta
quanti rimpianti per pagarsi un brivido
quanti pianti per un'aria di chitarra
non c'è felice amor
non esiste amore che non sia destinato al dolore
non esiste amore  che non ci abbia feriti
non esiste amore che non ci abbia spiegazzati
e al pari dell'amor di patria
non esiste amore che non viva di lacrime
non c'è felice amor
ma c'è l'amore nostro, di noi due



tratta da : Louis Aragon, La Diane Française (Paris, Seghers, 1944)

Mi piace la traduzione di Marco Costanzo (clicca qui)

Françoise Hardy canta la poesia di Louis Aragon
 
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* Ho scritto «messa in musica» invece di  «musicata».

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