martedì 13 dicembre 2011

La Fille aux yeux d'or: tradurre un mostro sacro

Per i miei studenti specialisti di italiano in L3.
BALZAC, simplement. 
IL TESTO ORIGINALE FRANCESE 
È IN FONDO ALLA PAGINA



Delacroix - La Femme caressant son perroquet (1827)


Ah, mio caro, fisicamente parlando, la sconosciuta è la persona più adorabilmente femmina[1] che abbia mai incontrato. Appartiene a quella genìa[2] femminile che gli antichi romani[3] chiamavano fulva, flava, la donna di fuoco. D’acchito, quel che mi ha più colpito, per cui sono ancora pazzo d’amore, sono [quei] due occhi gialli come quelli delle tigri, un giallo oro che brilla, oro vivo, oro pensante, oro che ama e vuole assolutamente venire nel taschino del tuo gilè[4]!
Mio caro, la conosciamo bene!, esclamò Paul. Qualche volta viene qui, è la Fanciulla dagli occhi d’oro. Le abbiamo dato quel nome. È una personcina di circa ventidue anni che ho visto qui quando vi erano i Borboni, ma in compagnia di[5] una donna che vale centomila volte più di lei.
Taci, Paul! È impossibile a qualunque donna superare questa fanciulla simile a una gatta che voglia venire a  strusciarsi[6] alle gambe, una fanciulla lattescente[7] dai capelli color della cenere, delicata all’apparenza ma che deve avere dei fili lanuginosi[8] sulla terza falange delle dita; e lungo le guance una peluria bianca la cui linea, luminosa in una bella giornata, inizia dalle orecchie e si perde nella scollatura[9].
Ah, l’altra, caro il mio de Marsay. Ha degli occhi neri che non hanno mai pianto ma che bruciano; sopracciglia corvine[10] che si congiungono e le danno un aspetto duro smentito dal reticolato a piegoline[11] delle sue labbra, sulle quali un bacio non si sofferma, labbra ardenti e fresche; un incarnato moresco al quale un uomo si scalda come al sole, ma, parola d’onore, ti assomiglia…
La lusinghi!
Una schiena sinuosa, la statura slanciata di una corvetta costruita per correre e che si precipita sul vascello mercantile con un’impetuosità (tutta) francese, mordendolo e affondandolo in quattro e quattr’otto.
Ma insomma, mio caro, che vuoi che m'importi di quella che non ho affatto visto!, riprese de Marsay. Dacché studio le donne, la mia sconosciuta è la sola il cui seno vergine, le forme ardenti e voluttuose mi abbiano[12] disegnato[13] la sola donna che io abbia mai sognato[14]! Ella è l’originale d’un dipinto delirante dal titolo Donna che accarezza la sua chimera, la più calda, la più infernale ispirazione del genio antico; una santa poesia prostituita da coloro che l’hanno copiata per gli affreschi e i mosaici; per un mucchio di borghesi che in questo cameo vedono solo pendaglio[15] e l’aggiungono alle loro chiavi di orologio, mentre invece[16] è tutta la donna, un abisso di piaceri in cui rotolarsi senza fine[17], mentre invece è una donna ideale che talvolta si vede, nella realtà, in Spagna, in Italia, quasi mai in Francia. Ebbene, questa fanciulla dagli occhi d’oro l’ho rivista, questa donna che accarezza la sua chimera, l’ho rivista qui, venerdì.
H. de Balzac, La fanciulla dagli occhi d’oro (1835)
Traduzione originale di Jacqueline Spaccini




[1] Qui si parla di sensi, di una donna di rango inferiore, la si assimilerà agli animali. Opto per *femmina* come a dire donna-donna, sensualmente e sessualmente parlando.
[2] *specie*, *razza*, *varietà*.
[3] In italiano, non si mette la maiuscola ai nomi che indicano l’appartenenza geografica o storico-geografica. Per distinguere i *romani* di oggi da quelli dell’antichità, si dice generalmente *gli antichi romani*. I non italiani dicono *Latini*.
[4] *panciotto*.
[5][5] È scritto *avec* (= con). Ma *in compagnia di*  è indubbiamente  più elegante e «fa » più XIXe siècle.
[6] Lett. *sfiorare*, ma di un gatto si dice *strusciarsi*, *strofinarsi* (a/contro).
[7] Lett. *bianca*, ma ormai una pelle bianca si contrappone a nera e sta a indicare l’origine europea, caucasica. Ecco perché ho preferito *lattescente* che contiene il colore bianco (latte) e il complimento insito.
[8] Da quello che ho capito, l’autore mette in bocca al suo sciocco e arrogante de Marsay parole che dovrebbero rivelare la natura fisica della giovane donna. Che vuol dire avere dei fili  lanuginosi alle dita? Che la persona ha le dita pelose, probabilmente. Notare che in italiano si preferisce la lana (lanuginoso) al cotone (cotonneux).
[9] Col non può essere tradotto collo (= cou). In alternativa: *scollo* (ma in genere richiede un di/del/della che lo segue).
[10] Per non ripetere *nero*.
[11] A pieghe, pieghettato, etc.
[12] È la sola che… + congiuntivo.
[13] *Realizzato* è moderno e americanizzante, qui.
[14] Che io mi sia  mai sognato (sognarsi qualcuno, COD).
[15] *ninnolo*.
[16] Ho aggiunto *invece* che non c’è nel testo, per dare forza a quel *mentre* che è abbastanza debole da solo per restituire *tandis que*.
[17] Senza mai fermarsi, senza fermarsi mai.

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TESTO ORIGINALE

Ah ! mon cher, physiquement parlant, l'inconnue est la personne la plus adorablement femme que j'aie jamais rencontrée. Elle appartient à cette variété féminine que les Romains nommaient fulva, flava, la femme de feu. Et d'abord, ce qui m'a le plus frappé, ce dont je suis encore épris, ce sont deux yeux jaunes comme ceux des tigres, un jaune d'or qui brille, de l'or vivant, de l'or qui pense, de l'or qui aime et veut absolument venir dans votre gousset !
-- Nous ne connaissons que ca, mon cher ! s'écria Paul. Elle vient quelquefois ici, c'est la Fille aux yeux d'or. Nous lui avons donné ce nom-là. C'est une jeune personne d'environ vingt-deux ans, et que j'ai vue ici quand les Bourbons y étaient, mais avec une femme qui vaut cent mille fois mieux qu'elle.
-- Tais-toi, Paul ! Il est impossible à quelque femme que ce soit, de surpasser cette fille semblable à une chatte qui veut venir frôler vos jambes, une fille blanche à cheveux cendrés, délicate en apparence, mais qui doit avoir des fils cotonneux sur la troisième phalange de ses doigts ; et le long des joues un duvet blanc dont la ligne, lumineuse par un beau jour, commence aux oreilles et se perd sur le col.
-- Ah ! l'autre ! mon cher de Marsay. Elle vous a des yeux noirs qui n'ont jamais pleuré, mais qui brûlent ; des sourcils noirs qui se rejoignent et lui donnent un air de dureté démentie par le réseau plissé de ses lèvres, sur lesquelles un baiser ne reste pas, des lèvres ardentes et fraîches ; un teint mauresque auquel un homme se chauffe comme au soleil ; mais, ma parole d'honneur, elle te ressemble...
-- Tu la flattes !
-- Une taille cambrée, la taille élancée d'une corvette construite pour faire la course, et qui se rue sur le vaisseau marchand avec une impétuosité française, le mord et le coule bas en deux temps.
-- Enfin, mon cher, que me fait celle que je n'ai point vue ! reprit de Marsay. Depuis que j'étudie les femmes, mon inconnue est la seule dont le sein vierge, les formes ardentes et voluptueuses m'aient réalisé la seule femme que j'aie rêvée, moi ! Elle est l'original de la délirante peinture, appelée la femme caressant sa chimère, la plus chaude, la plus infernale inspiration du génie antique ; une sainte poésie prostituée par ceux qui l'ont copiée pour les fresques et les mosaïques ; pour un tas de bourgeois qui ne voient dans ce camée qu'une breloque, et la mettent à leurs clefs de montre, tandis que c'est toute la femme, un abîme de plaisirs où l'on roule sans en trouver la fin, tandis que c'est une femme idéale qui se voit quelquefois en réalité dans l'Espagne, dans l'Italie, presque jamais en France. Hé ! bien, j'ai revu cette fille aux yeux d'or, cette femme caressant sa chimère, je l'ai revue ici, vendredi.
H. de Balzac, La Fille aux yeux d’or (1835)

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