Traduco un breve passaggio di una bella intervista allo scrittore, teorico della traduzione, saggista, filosofo (e chi più ne ha, più ne metta) George Steiner (1) pubblicata questa settimana, nel n° 3230 di Télérama:
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Aleksandr Sergeevič Puškin |
Lei non si considera un creatore?
No, non bisogna confondere i ruoli. Persino il critico, il commentatore, l'esegeta più bravo è lontano anni luce dal creatore.
Puškin diceva: «Ti ringrazio traduttore mio, grazie a te, mio editore, e ringrazio te, mio critico: voi recapitate le mie lettere, ma sono io che le scrivo».
Anch'io recapito la posta (2).
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Une fois n'est pas coutume (almeno secondo me), eccovi un esempio di traduzione cosiddetta cibliste, che va cioè a vantaggio della lingua cible (= bersaglio), la lingua di destinazione (in questo caso l'italiano).
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(1) Per sapere qualcosa di più su George Steiner, clicca qui.
(2) Vous ne vous considérez pas comme un créateur ?
Non, il ne faut pas confondre les fonctions. Même le critique, le commentateur, l'exégète le plus doué est à des années-lumière du créateur. Pouchkine disait : « Merci mon traducteur, merci mon éditeur, merci mon critique, vous portez mes lettres, c'est moi qui les écris ». Moi aussi, je porte le courrier. [Télérama n° 3230 du 10 au 16 décembre 2011, « Le penseur George Steiner - entretien », p. 20]
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